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(DESI) PAPA FRANCESCO E’ IL VESCOVO VESTITO DI BIANCO ??

IL SIMBOLISMO AL TEMPO DEL CORONAVIRUS
Disamina Simbolica del 28 marzo 2020

di Stefano Edoardo Erario

Titolo: PAPA FRANCESCO E’ IL VESCOVO VESTITO DI BIANCO ??

Chiave di Lettura: IL TERZO SEGFRETO DI FATIMA SOTTO GLI OCCHI DEL MONDO

Introduzione
Papa Francesco prega nella piazza San Pietro vuota: “Fitte tenebre si sono addensate, scenda la benedizione di Dio”. (Cupe nuvole coprono il cielo di Roma e comincia a piovere!).
Dire che siamo alla fine dei tempi ormai è un eufemismo ma assistere addirittura al Terzo segreto di Fatima diventa davvero preoccupante anche per un “simbolista”.
<A pochi passi dal cancello centrale della basilica vaticana tenuto completamente aperto, davanti a una piazza San Pietro deserta, Francesco è in piedi in silenzio, dietro di sé l’immagine della Salus Populi Romani e il Crocifisso di San Marcello, rispettivamente l’icona bizantina di Maria conservata in Santa Maria Maggiore e il crocifisso oggetto della venerazione dei romani che nel 1500 una tradizione narra salvò la città dalla peste. Soltanto monsignor Guido Marini, maestro delle cerimonie pontificie, accompagna il Papa che ascolta un lettore cantare il passo del Vangelo di Marco che racconta dello smarrimento e della paura dei discepoli quando in barca sono sorpresi da una improvvisa tempesta: Gesù dorme e loro, prima che le acque si calmino, vacillano. “Da settimane – dice Francesco agganciandosi al passo appena ascoltato – sembra che sia scesa la sera”. E ancora: “Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi”. Ma “da questo colonnato che abbraccia Roma e il mondo”, chiede che “scenda” su tutti, “come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio”. “Signore – dice il Papa –, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori”. In questi momenti, del resto, “quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità”.
Più sotto sei candelabri illuminano il sagrato silente, in questo venerdì trasformato dal vescovo di Roma in un momento di preghiera nel tempo della pandemia da coronavirus. Le televisioni di tutto il mondo sono collegate in diretta, per un evento che non ha precedenti. Prima della benedizione Urbi et Orbi, con la possibilità data a tutti di ricevere l’indulgenza plenaria, il Papa tiene una sua omelia dedicata alle difficoltà del momento presente. La preghiera del Pontefice è per la fine della pandemia da coronavirus.
È la prima volta che piazza San Pietro è del tutto deserta in presenza del Papa; soltanto pochi fedeli sono presenti in piedi appena prima di via della Conciliazione, in piazza Pio XII. Francesco ricorda la mancanza di fede dei discepoli nel pieno della tempesta, ma anche la fiducia in Gesù. La tempesta smaschera la vulnerabilità e “lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità”. La tempesta “pone allo scoperto tutti i propositi di “imballare” e dimenticare ciò che ha nutrito l’anima dei nostri popoli; tutti quei tentativi di anestetizzare con abitudini apparentemente “salvatrici”, incapaci di fare appello alle nostre radici e di evocare la memoria dei nostri anziani, privandoci così dell’immunità necessaria per far fronte all’avversità”. Con la tempesta, ancora, “è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri ‘ego’ sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli”. Il Papa ricorda cosa questa pandemia smaschera. Siamo “avidi di guadagno”, “ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta”. “Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: ‘Svegliati Signore!’”. (Ndr. il Signore dorme?) Da questo colonnato “che abbraccia Roma e il mondo”, conclude il Papa, “scenda su di voi, come un abbraccio consolante, la benedizione di Dio. Signore, benedici il mondo, dona salute ai corpi e conforto ai cuori. Ci chiedi di non avere paura. Ma la nostra fede è debole e siamo timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta. Ripeti ancora: ‘Voi non abbiate paura’. > (Ndr. Chiede al Signore di ripetere!) E noi, insieme a Pietro, ‘gettiamo in Te ogni preoccupazione, perché Tu hai cura di noi’”. (Ndr. “Gettiamo” a Te; gettare deriva dalla parola Geenna). Questa “Geenna” o “Gehenna”, infatti, termine presente nelle traduzioni italiane del Vangelo, è “trascrizione latina della parola greca che, a sua volta, non è se non la ellenizzazione dell’aramaico ge hinnòm, valle di Hinnom”. Si tratta di una valle a sud-est di Gerusalemme, dove ai tempi di Cristo si bruciavano i rifiuti, oggi diremmo un inceneritoio, come ne vediamo ormai tanti soprattutto nei
pressi della grandi città. Era stato adottato questo luogo perché in tempi precedenti si erano praticati dei sacrifici umani offerti al dio pagano Molok. Contro queste pratiche abbominevoli era insorto il profeta Geremia ed anche Isaia vi fa allusione. Già nella letteratura apocalittica del sec. II a.C. questa valle è presentata come luogo della finale resa dei conti degli idolatri e degli apostati.

Nota del Redattore

E’ ben noto come Gesù Cristo, minacciando il castigo per gli empi, fa riferimento a una certa “Geenna”, della quale si sente raramente trattare. E invece, come ogni parola del divino Maestro, essa merita una grande attenzione, perché il tema tocca la questione della salvezza o della dannazione eterna. Ma non siamo qui oggi ad analizzare tutte le parole di Francesco (lo faremo in un prossimo lavoro) bensì proverò a darvi una idea di ciò che si è compiuto, profeticamente o no, sotto gli occhi di TUTTO il mondo (faccio sempre riferimento al mio paradosso profetico più volte spiegato che anche se qualcuno mette in atto una profezia, costruendola ad arte, questa si è Avverata Paradossalmente). Alcuni di voi mi chiedono di essere più esplicito nella formulazione della disamina “simbolica” e quindi cercherò di essere meno “ermetico” ma, credetemi, sostenere che i segni della fine dei tempi non sono visibili è lapalissiano.

IL Terzo Segreto di Fatima “mostrato” al Mondo

Veniamo dunque al nodo della questione. Premetto che non ho assistito in diretta all’evento, per due motivi: il primo è quello, ormai noto, che non sono un “appassionato”, il secondo invece è prettamente “metodico” cioè, volevo che le immagini e le parole di seguito viste ed ascoltate, comunicassero al mio “intuito” e nell’archetipo, senza coinvolgimento, senza alcuna “corruzione” emotiva, e così è stato. Dalle primissime immagini, devo ammettere, suggestive per l’improvviso scurirsi del cielo e la pioggia battente , sale al pensiero l’espiazione di Cristo sulla croce: “Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lama sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? (Vangeli di Marco 15,34 – Matteo 27,46). Concluderà con la frase: “Dio non abbandonarci nella tempesta”.
Il papa è sotto la porta spalancata di san Pietro con una stola che sfoggia un Gran Sigillo, lucente come il “sole” con al centro Il “marchio” I.H.S, detto anche : “nomen sacrum”, un Trigramma che ha avuto molte interpretazioni nel tempo, indicando il Nome di Cristo, oggetto di varie riletture tra cui la più accreditata, stando ai Gesuiti (ordine di Loyola), è “Iesus Hominum Salvator”. Sulla destra la Grande Croce di Legno con il Cristo miracoloso del 1500 fortemente voluto da Francesco per questa occasione.
Sulla Sinistra la Salus Populi Romani l’icona bizantina di Maria conservata in Santa Maria Maggiore. Nelle mani rivolto al ciel il grande Ostensorio dorato, dove è difficile intravedere l’Ostia Consacrata, il Corpus Domini (causa mal tempo). Inizio della preghiera, ma ecco l’immagine che mi fa “balzare”, il Papa sale a piedi sotto la pioggia sul sagrato di San Pietro. L’immagine del “vescovo di Roma” vestito di bianco, eccolo li davanti a noi, davanti al mondo. Una immagine potente per le condizioni e per la sua potenza, religiosa e non. E’ dunque l’immagine del messaggio segreto comunicato dalla Vergine Maria a tre pastorelli ai quali sarebbe apparsa, a Fátima (in Portogallo), dal 13 maggio al 13 ottobre 1917 ?.

Testuale: < il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino > ;

Il Santo Padre sa qualcosa che noi ignoriamo?

A cinque anni dal suo pontificato, Il 12 al 13 maggio del 2017 Papa Francesco si recò a Fatima per il 100° anniversario delle apparizioni mariane, per canonizzare i due veggenti più giovani, Jacinta e Francisco Marto. In occasione della festa di Nostra Signora di Fatima (il 13 maggio), l’immagine originale della Vergine è stata venerata dal Santo Padre in Vaticano. Qual è la comprensione di Papa Francesco del messaggio di Fatima, e perché la Madonna di Fatima sembra tanto importante per lui, come del resto lo è stata per i suoi due predecessori?
I sorprendenti eventi avvenuti a Fatima nel maggio 1917 hanno avuto luogo mentre il mondo si immergeva nel XX secolo – un secolo che avrebbe visto due guerre mondiali, genocidi su vasta scala, l’invenzione della bomba atomica e la rapida affermazione di tecnologie che avrebbero trasformato il mondo e la razza umana. La visita del Papa a Fatima portano avanti il suo interesse e il suo coinvolgimento nei confronti degli eventi della località portoghese. Il suo pontificato è stato consacrato a Nostra Signora di Fatima il 13 maggio 2013 dal cardinale di Lisbona.

Durante la cerimonia, il porporato ha pregato perché a Papa Francesco fosse dato “il dono del discernimento su come identificare le vie di rinnovamento per la Chiesa”. Ha anche pregato che il Santo Padre fosse protetto “nelle difficili ore della sofferenza, in modo da poter superare, nella carità, le prove che il rinnovamento della Chiesa gli presenterà”. La devozione del pontefice a Nostra Signora di Fatima indica un legame storico e significativo del pontificato con le “profezie di Fatima”.
Come i suoi due predecessori, questo papa sembra profondamente consapevole non solo della battaglia spirituale con Satana, ma anche della possibilità che il tempo sia breve. < Contemplando “la fine del mondo”, dobbiamo chiederci cosa significhi.
Sicuramente non possiamo escludere qualche terribile catastrofe che potrebbe gettare il mondo nel caos, ma c’è un altro senso in cui la nostra razza umana sta raggiungendo un punto finale perché stiamo distruggendo noi stessi. Stiamo distruggendo le nostre comunità attraverso guerra, violenza e terrorismo. Stiamo distruggendo le nostre famiglie attraverso la contraccezione, la sterilizzazione, l’aborto e il divorzio. Stiamo distruggendo la nostra purezza e il nostro potere attraverso pornografia, omosessualità, promiscuità, lussuria e rabbia. Stiamo distruggendo la nostra società con avidità, materialismo, indifferenza nei confronti dei poveri, calpestando le vedove, gli orfani, i senzatetto e gli affamati. Stiamo distruggendo il nostro ambiente con il sovrasviluppo e l’inquinamento. In molti modi, stiamo provocando noi stessi la fine del nostro mondo, e la Beata Madre guarda tutto questo con il cuore spezzato di una madre. In mezzo al caos assassino, la Beata Vergine Maria ci mostra il cuore compassionevole di suo Figlio. Ella ci porta alla Divina Misericordia. Guarda questa umanità spezzata e pazza – una razza che va verso la distruzione – e dice con il cuore di una madre “Tornate a casa!” Questo spiega anche il messaggio e il metodo del Papa. Egli guarda al mondo con pietà, non con biasimo. Vuole raggiungere chi ha il cuore spezzato, chi è amareggiato e chi è legato dal peccato e offrire il perdono e la misericordia di Dio – come il padre e la madre dal cuore spezzato guardano ai propri figli ribelli. Non vogliamo speculare sul futuro, ma metterci nelle mani di Dio con la massima fiducia. Il messaggio di Fatima è guardare, aspettare, pregare e fare riparazione per i peccati, e guardare sempre con speranza piena di aspettativa al buon futuro che Dio ha in serbo > . ( Padre Dwight Longenecker per Aleteia ).

Papa Francesco: Affidate alla Madonna di Fatima tutto ciò che siete, tutto ciò che avete!

Il testo del Terzo segreto di Fatima
Questo è il testo del messaggio, reso pubblico dalla Chiesa cattolica nel 2000 scritto da Suor Lucia il 3 gennaio 1944

«Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva grandi fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo, indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo (“qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti”), in una luce immensa che è Dio, un vescovo vestito di bianco (“abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”), altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida (1), in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi, come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina (Roma?) e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce, venne ucciso da un gruppo di soldati (2) che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i vescovi, sacerdoti, religiosi, religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c’erano due Angeli, ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio.»

1 – l’immagine della salita del sagrato può riferirsi ad una salita in un monte con passo vacillante.
2 – la presenza di soldati di più nazioni sul territorio italiano di questi giorni è inusuale e preoccupante.

Manca qualcosa non torna!!
Vi è una parte ancora tenuta Segreta del messaggio di Fatima?

Sembrerebbe di sì, non vi è stata (ancora) alcuna uccisione!
La conclusione del «segreto» ricorda immagini, che Lucia può avere visto in libri di pietà ed il cui contenuto deriva da antiche intuizioni di fede. È una visione consolante, che vuole rendere permeabile alla potenza risanatrice di Dio una storia di sangue e lacrime. Angeli raccolgono sotto i bracci della croce il sangue dei martiri e irrigano così le anime, che si avvicinano a Dio. Il sangue di Cristo ed il sangue dei martiri vengono qui considerati insieme: il sangue dei martiri scorre dalle braccia della croce. Il loro martirio si compie in solidarietà con la passione di Cristo, diventa una cosa sola con essa. Essi completano a favore del corpo di Cristo, ciò che ancora manca alle sue sofferenze (cfr Col 1, 24). La loro vita è divenuta essa stessa eucaristia, inserita nel mistero del chicco di grano che muore e diventa fecondo. Il sangue dei martiri è seme di cristiani, ha detto Tertulliano. Come dalla morte di Cristo, dal suo costato aperto, è nata la Chiesa, così la morte dei testimoni è feconda per la vita futura della Chiesa. La visione della terza parte del «segreto», così angustiante al suo inizio, si conclude quindi con una immagine di speranza: nessuna sofferenza è vana, e proprio una Chiesa sofferente, una Chiesa dei martiri, diviene segno indicatore per la ricerca di Dio da parte dell’uomo. Nelle amorose mani di Dio non sono accolti soltanto i sofferenti come Lazzaro, che trovò la grande consolazione e misteriosamente rappresenta
Cristo, che volle divenire per noi il povero Lazzaro; vi è qualcosa di più: dalla sofferenza dei testimoni deriva una forza di purificazione e di rinnovamento, perché essa è attualizzazione della stessa sofferenza di Cristo e trasmette nel presente la sua efficacia salvifica.

Siamo così giunti ad un’ultima domanda: Che cosa significa nel suo insieme (nelle sue tre parti) il «segreto» di Fatima? Che cosa dice a noi? Innanzitutto dobbiamo affermare con il Cardinale Sodano: «… le vicende a cui fa riferimento la terza parte del « segreto » di Fatima sembrano ormai appartenere al passato ». Nella misura in cui singoli eventi vengono rappresentati, essi ormai appartengono al passato. Chi aveva atteso eccitanti rivelazioni apocalittiche sulla fine del mondo o sul futuro corso della storia, deve rimanere deluso. Fatima non ci offre tali appagamenti della nostra curiosità, come del resto in generale la fede cristiana non vuole e non può essere pastura per la nostra curiosità. Ciò che rimane l’abbiamo visto subito all’inizio delle nostre riflessioni sul testo del «segreto»: l’esortazione alla preghiera come via per la « salvezza delle anime » e nello stesso senso il richiamo alla penitenza e alla conversione.

<Vorrei alla fine riprendere ancora un’altra parola chiave del «segreto» divenuta giustamente famosa: « il Mio Cuore Immacolato trionferà ». Che cosa significa? Il Cuore aperto a Dio, purificato dalla contemplazione di Dio è più forte dei fucili e delle armi di ogni specie. Il fiat di Maria, la parola del suo cuore, ha cambiato la storia del mondo, perché essa ha introdotto in questo mondo il Salvatore — perché grazie a questo «Sì» Dio poteva diventare uomo nel nostro spazio e tale ora rimane per sempre. Il maligno ha potere in questo mondo, lo vediamo e lo sperimentiamo continuamente; egli ha potere, perché la nostra libertà si lascia continuamente distogliere da Dio. Ma da quando Dio stesso ha un cuore umano ed ha così rivolto la libertà dell’uomo verso il bene, verso Dio, la libertà per il male non ha più l’ultima parola. Da allora vale la parola: «Voi avrete tribolazione nel mondo, ma abbiate fiducia; io ho vinto il mondo» (Gv 16, 33). Il messaggio di Fatima ci invita ad affidarci a questa promessa>.

Joseph Card. Ratzinger
Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede

Domande
Dobbiamo dunque aspettarci qualcosa di più Tremendo?, chi sarebbero i soldati in questione?. Lo vedremo più avanti? ….. Ci Auguriamo di no.
E’ dunque la Manifestazione del Terzio Segreto di Fatima o è stato “orchestrato ad arte” visto il momento?
E ancora: Chi sta pagando gli elogi, le preghiere, oi ringraziamenti “sponsorizzati” che inondano oggi 28 marzo la piattaforma Facebook e il web?…

 

Aforisma
“Avete più paura voi ad emanare questa sentenza che non io nel riceverla“.
Giordano Bruno

Rivelazioni
Prima di Pasqua vi sarà un evento Veramente “Meraviglioso”. !!
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*Prendete tutto quello che vi dico al pari di una fiaba, anche se le fiabe, tuttavia, hanno un fondo di verità.
….< chi ha orecchie per intendere, ha già inteso.. > …
Un abbraccio…. #She
“Sapere Aude”
TFA

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Fonti:
– Coronavirus, la benedizione di papa Francesco nella piazza San Pietro deserta di PAOLO RODARI
– Congregazione Per La Dottrina Della Fede – Il Messaggio Di Fatima
– https://www.papaboys.org/ Padre Dwight Longenecker per Aleteia .
Immagini ANSA e web: Papa Francesco in piazza San Pietro supplica Dio per la fine della pandemia da coronavirus: Foto © Vatican Media

D.E.S.I. copyright 2015 - IL D.E.S.I. è una testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Teramo: Num. R.G. 1787/2016 N°Reg.Stampa 683 del 15/11/2016 Frontier Theme
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